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Reati tributari

Emissione di fatture per operazioni inesistenti

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Emissione di fatture per operazioni inesistenti

L'emissione di fatture per operazioni inesistenti è uno dei reati tributari più comuni ed è disciplinato dall'articolo 8 del D. Lgs. 74/2000. Il reato punisce chi emette false fatture al fine di far conseguire a terzi vantaggi fiscali indebiti, legati all'evasione dell'IVA o delle imposte sui redditi.

Secondo le ultime statistiche fornite dalla Guardia di Finanza, nel solo 2023 sono stati scoperti oltre 2.800 casi di frodi legate a fatture false, con un danno complessivo all'erario stimato in oltre 2 miliardi di euro. Questi numeri evidenziano la portata del problema, che interessa sia piccole e medie imprese che grandi realtà aziendali.


Definizione di operazioni inesistenti

L'art. 8 del D. Lgs. 74/2000 qualifica come reato l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, con lo scopo di consentire a terzi l'evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto.

In particolare, il reato si configura quando il documento contabile viene emesso per operazioni:

  • oggettivamente inesistenti: il soggetto emette una fattura per un’operazione che non è mai avvenuta. Pensiamo, ad esempio, ad un'azienda che dichiari di aver fornito beni o servizi ad un cliente senza che questi beni siano mai stati consegnati o il servizio effettivamente reso;

  • soggettivamente inesistenti: si parla di operazioni soggettivamente inesistenti quando la fattura viene emessa per una transazione reale, ma tra soggetti diversi da quelli che l'hanno effettivamente compiuta. In pratica, l’operazione è avvenuta, ma i documenti fiscali coinvolgono soggetti che non hanno preso parte alla transazione. Pensiamo ad un’azienda che effettua una vendita reale di macchinari, ma emette la fattura intestandola a un’altra società, magari collegata o compiacente, per consentire a quest’ultima di beneficiare della detrazione IVA.


Profili normativi

Il legislatore ha previsto per questo reato la reclusione da quattro a otto anni.

"Ai fini dell'integrazione del reato di cui all' art. 8 del D.Lgs. 74/2000 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti), per “fatture o altri documenti” si intendono tutti i documenti idonei a supportare l'esposizione fittizia di elementi passivi e che, avendo valore probatorio in ambito tributario, consentano di variare l'imponibile e di perpetrare un'evasione dell'imposta a fronte di un'operazione inesistente, ossia non realmente accaduta, assimilando, quindi, alla fattura anche documentazione cd. atipica". Cassazione penale , sez. II , 21/06/2022 , n. 41536

È importante sottolineare che la norma si riferisce all'emissione del documento, anche se non vi è prova dell'effettiva utilizzazione dello stesso da parte del destinatario per fini illeciti.

La ratio della norma risiede nel contrasto a comportamenti fraudolenti che minano il corretto funzionamento del sistema tributario, generando un notevole danno economico per lo Stato e per l'effetto una distorsione della concorrenza a danno degli operatori economici.


Modalità di accertamento e controlli

Le fatture per operazioni inesistenti vengono spesso individuate attraverso l'attività di controllo incrociato tra le dichiarazioni IVA, i movimenti bancari e i dati presenti nelle banche dati fiscali:

  • incrocio dei dati fiscali: tramite sistemi informatici che confrontano le dichiarazioni di diverse società, è possibile rilevare discrepanze tra i dati dichiarati da fornitori e clienti.

  • indagini finanziarie: il monitoraggio delle transazioni bancarie consente di risalire a eventuali flussi di denaro incongruenti rispetto alle fatture emesse.

  • verifiche fiscali sul campo: la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate svolgono controlli diretti presso le aziende per accertare la corrispondenza tra i documenti contabili e le operazioni realmente avvenute.

In alcuni casi, le fatture per operazioni inesistenti vengono utilizzate nell'ambito di schemi di frodi carosello, complessi sistemi di evasione dell'IVA che coinvolgono più soggetti, anche internazionali, per far perdere le tracce dell'imposta dovuta.

Una delle tipiche truffe carosello riguarda operazioni di evasione IVA in cui vengono effettuate transazioni fittizie tra una rete di imprese interconnesse, con l'obiettivo di ottenere crediti IVA inesistenti.

Non può ritenersi sussistente la responsabilità per la fattispecie di cui all' art. 8 de D.Lgs. 74/2000 di emissione di fatture per operazioni inesistenti quando dagli accertamenti operati dalla Guardia di Finanza siano emersi solo elementi induttivi riferiti appaiono di natura valutativa, ma non sono stati riscontrati da specifiche attività di indagine (Tribunale , Vicenza , 19/05/2023 , n. 809).

Il sistema della frode carosello

Come si è detto sopra, un esempio particolarmente complesso di frode è rappresentato dal sistema della frode carosello, utilizzato principalmente per evadere l'IVA.

Questo schema coinvolge più società, spesso collocate in paesi diversi, che emettono fatture per transazioni fittizie. Un tipico esempio è quello legato al commercio di elettronica.

Nel caso del commercio di Airpods, una società italiana (Alfa) acquista i dispositivi da un fornitore estero senza pagare l’IVA, come previsto nelle transazioni intracomunitarie. La società Alfa rivende poi i beni a un’altra impresa italiana (Beta), la quale dichiara di aver pagato l'IVA e chiede di recuperarla come credito. Tuttavia, in realtà i beni non sono mai stati consegnati. Le fatture fittizie continuano a circolare tra diverse società (Delta, Gamma, etc.), creando una catena di false transazioni.

Alla fine del processo, l'IVA viene reclamata come credito, anche se i beni non sono mai esistiti o non sono mai stati scambiati, generando una perdita significativa per l'erario.


Consigli pratici: verificate sempre i vostri partner commerciali

Un aspetto fondamentale per prevenire il coinvolgimento involontario in frodi fiscali, come l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, è quello di verificare attentamente i partner commerciali con cui si lavora. In molti casi, le imprese possono trovarsi inconsapevolmente coinvolte in pratiche fraudolente semplicemente perché hanno intrattenuto rapporti con aziende o fornitori che operano in modo irregolare o che sono vere e proprie "cartiere". 

Per evitare situazioni di rischio, gli imprenditori dovrebbero adottare una serie di precauzioni.


1. Controlla la solidità e la reputazione del partner

Prima di instaurare un rapporto commerciale, è buona prassi verificare la solidità finanziaria e la reputazione dell’impresa con cui si intende collaborare.

Consultate i bilanci pubblicati e verificare la presenza di eventuali anomalie o indicatori di rischio, come debiti eccessivi o fatturati incoerenti rispetto alla dimensione dell’azienda.

Confrontatevi con altre aziende che hanno lavorato con quel partner per ottenere feedback sulla loro affidabilità.


2. Verifica l'esistenza dell'impresa

Spesso, le società coinvolte in frodi fiscali, come le cartiere, esistono solo sulla carta e non svolgono alcuna reale attività. Prima di stipulare contratti, è utile effettuare delle verifiche semplici ma efficaci per confermare l’esistenza fisica e operativa dell’azienda.

In primo luogo, visitate l'azienda per assicurarvi che abbia una struttura fisica e operi effettivamente nel settore dichiarato.

In secondo luogo, utilizzate strumenti come la Camera di Commercio o altre piattaforme ufficiali per verificare l’iscrizione al registro delle imprese e il codice ATECO corrispondente all'attività svolta.


3. Esegui verifiche fiscali e controlla la regolarità contributiva

È sempre consigliabile richiedere ai propri partner commerciali documentazione che attesti la loro regolarità fiscale e contributiva. Ad esempio:

  • richiedi il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva): La circostanza che l’azienda non sia in regola con i contributi previdenziali e assistenziali potrebbe essere un indicatore di potenziali problemi legati alla solidità o alla trasparenza.

  • richiedi i certificati di regolarità fiscale: controlla che l'azienda con cui si sta per instaurare un rapporto commerciale non abbia in corso contenziosi o procedure fiscali aperte.


4. Monitora la continuità operativa del partner

Un'altra accortezza importante riguarda il monitoraggio della continuità operativa del partner nel tempo. È importante assicurarsi che l'impresa con cui si collabora non scompaia improvvisamente dopo pochi mesi di attività, come avviene spesso nelle frodi carosello.

Controllare l’evoluzione dei rapporti commerciali: Monitorare periodicamente la quantità e la qualità delle operazioni condotte con il partner per rilevare eventuali anomalie o cambiamenti sospetti.


5. Fai attenzione a prezzi e condizioni fuori mercato

Un segnale d’allarme può essere rappresentato da offerte troppo vantaggiose o condizioni economiche eccessivamente favorevoli. Se un fornitore o cliente propone prezzi molto inferiori rispetto alla media di mercato, potrebbe essere un tentativo di nascondere operazioni fittizie o finalizzate all’evasione fiscale.

Esempio: Un’impresa riceve un’offerta per l’acquisto di materiali a un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello di altri fornitori del settore. Prima di accettare, l’azienda dovrebbe fare ulteriori verifiche per assicurarsi che il partner sia affidabile e che l’offerta non nasconda comportamenti fraudolenti.


6. Collabora con consulenti esperti

Infine, il consiglio principale è quello di avvalersi della consulenza di esperti in materia fiscale, penale e contabile. Un professionista esperto può aiutare a individuare potenziali rischi e a mettere in atto le necessarie contromisure per proteggere l’azienda da eventuali frodi.



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