Premessa
In questo articolo analizziamo un processo penale celebratosi dinanzi al Tribunale di Nola con una sentenza assolutoria nei confronti di tre imputati ( Mo.Ma., VI.Di., e Sa.Lu). Un esempio emblematico di come una difesa ben strutturata possa smontare le accuse mosse dalla Procura, anche nei casi più complessi come quelli relativi al riciclaggio e alla falsità documentale.
Di seguito esamineremo le fasi del processo, le strategie difensive adottate e i principi giuridici affermati nella sentenza.
L'accusa
Con decreto emesso il 7 giugno 2021 dal G.U.P. del Tribunale di Nola, gli imputati venivano rinviati a giudizio per rispondere di gravi accuse, quali la falsificazione di atti pubblici e il riciclaggio di un veicolo di lusso.
Secondo l'accusa, Mo.Ma., in qualità di titolare di un'agenzia di pratiche auto, avrebbe favorito la nazionalizzazione di un'auto immatricolata all'estero utilizzando documenti ritenuti falsi. VI.Di. sarebbe stato coinvolto come intermediario nella compravendita del veicolo, mentre Sa.Lu., indicato come acquirente finale, avrebbe presentato una dichiarazione sostitutiva mendace per ottenere l'immatricolazione.
Le contestazioni si basavano su presunte irregolarità nei documenti e sulle transazioni finanziarie legate al veicolo.
La strategia difensiva
La difesa si è focalizzata su alcuni punti centrali per smontare le accuse:
Mancanza di prove dirette: La difesa ha dimostrato come la denuncia presentata da Ca.Ge. fosse priva di riscontri oggettivi. La mancata testimonianza del denunciante in dibattimento ha ulteriormente indebolito l’accusa.
Legittimità delle procedure amministrative: Per quanto riguarda Mo.Ma., la difesa ha evidenziato che l’imputato, in qualità di titolare di un'agenzia di pratiche auto, si era limitato ad acquisire e trasmettere documenti secondo le norme vigenti. La responsabilità per eventuali dichiarazioni mendaci ricadeva esclusivamente sull'acquirente.
Contraddizioni nell’accusa di riciclaggio: La contestazione di concorso nel reato presupposto (falsità documentale) era incompatibile con quella di riciclaggio, come previsto dall’art. 648-bis c.p. La difesa ha sottolineato questa incoerenza normativa, portando il Tribunale a un’assoluzione.
Irreperibilità del denunciante: L’assenza del denunciante Ca.Ge. ha impedito il confronto dibattimentale e ha reso inattendibili le dichiarazioni rese in fase di indagine preliminare. Inoltre, la remissione della querela ha ulteriormente minato la credibilità delle accuse.
La sentenza di assoluzione
Il Tribunale di Nola, analizzati gli atti e l’istruttoria, ha assolto tutti gli imputati con formula piena, riconoscendo che il fatto non sussiste.
Tra i motivi principali, l’assenza di prove certe ha svolto un ruolo fondamentale.
Non è stato possibile dimostrare la falsificazione dei documenti prodotti al P.R.A. per l'immatricolazione del veicolo, elemento centrale dell’imputazione. Inoltre, mancavano evidenze che attestassero la provenienza illecita del veicolo, una condizione essenziale per configurare il reato di riciclaggio.
Un ulteriore elemento di debolezza dell’accusa è stata l’attendibilità minata delle dichiarazioni del denunciante.
Ca.Ge., infatti, non solo si è reso irreperibile durante il processo, ma ha anche rimesso la querela, sollevando dubbi sulla fondatezza delle accuse originarie.
In considerazione di tali elementi, il Collegio ha ribadito il principio fondamentale del diritto penale secondo cui, in assenza di prove certe, il dubbio deve sempre risolversi a favore dell’imputato, sancendo così l’assoluzione piena.
Principi giuridici affermati
Riciclaggio e clausola di esclusione: L’art. 648-bis c.p. esclude la configurabilità del reato di riciclaggio in presenza di concorso nel reato presupposto. Questo principio ha avuto un ruolo determinante nell’assoluzione degli imputati.
Onere della prova e attendibilità: La mancata escussione del denunciante e le contraddizioni emerse nel corso del dibattimento hanno confermato che l’onere della prova spetta sempre all’accusa.
Ruolo del dubbio: Il Tribunale ha ribadito che, in assenza di elementi certi, il dubbio deve essere risolto a favore dell’imputato, confermando il principio fondamentale di presunzione d’innocenza.
Conclusioni
Questo caso rappresenta un esempio chiaro di come una difesa accurata e attenta possa ribaltare anche le accuse più complesse. Le strategie adottate hanno permesso di smontare ogni elemento dell’impostazione accusatoria, portando a una pronuncia di assoluzione piena.
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