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Necessaria una motivazione sull’attualità del pericolo di recidiva per applicare misure cautelari (Cass. Pen. n. 7079/2025)

Corte di Cassazione

Con la sentenza n. 7079/2025, la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha affermato il seguente principio di diritto in tema di misure cautelari personali: l’applicazione di una misura restrittiva deve sempre essere motivata con riferimento all’attualità e concretezza del pericolo di recidiva, specialmente quando è trascorso un lungo periodo di tempo dal reato contestato.

La decisione ha portato all’annullamento parziale dell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro, che aveva confermato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di A.M. indagato per ricettazione di mezzi agricoli.


Il caso: misura cautelare confermata senza motivare sull’attualità del pericolo di reiterazione del reato

L’indagato era stato inizialmente sottoposto a custodia cautelare in carcere con ordinanza del GIP di Catanzaro del 16/09/2024, per i reati di:

  • Estorsione aggravata (art. 629 c.p.);

  • Ricettazione di mezzi agricoli di provenienza illecita (art. 648 c.p.).

Successivamente, il Tribunale del Riesame di Catanzaro, con ordinanza dell’8/10/2024, aveva escluso l’accusa di estorsione e sostituito la misura detentiva con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ritenendo sussistente solo la ricettazione.

La difesa ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che:

  • il dispositivo dell’ordinanza era contraddittorio, perché ometteva di menzionare l’esclusione dell’accusa di estorsione, pur risultando evidente dalla motivazione;

  • non era stato dimostrato l’elemento soggettivo del reato di ricettazione, dato che l’unica trattativa per l’acquisto dei mezzi agricoli si era interrotta senza esito.

Ad avviso della difesa, il Tribunale non aveva motivato in modo adeguato sull’attualità e concretezza del pericolo di reiterazione del reato, poiché:

  • l’ultimo precedente penale dell’indagato risaliva a oltre dieci anni prima;

  • tra la commissione del reato (giugno 2021) e l’applicazione della misura (settembre 2024) erano trascorsi più di tre anni;

  • non vi erano elementi concreti che indicassero un rischio imminente di recidiva.


Il principio di diritto

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, per le seguenti ragioni.


L’applicazione di una misura cautelare richiede una valutazione rigorosa della concretezza del pericolo di recidiva

La legge n. 47/2015 ha introdotto il requisito dell’attualità del pericolo di reiterazione del reato, che deve essere specificamente motivato dal giudice.

Quando tra il reato contestato e la misura cautelare è trascorso un lungo periodo di tempo, il giudice ha l’obbligo di dimostrare la persistenza del pericolo.


Se la distanza temporale è significativa, la motivazione deve essere più approfondita

Maggiore è il tempo trascorso, più forte deve essere la giustificazione del provvedimento cautelare (Sez. 2, n. 12807/2020, Barbaro).

Nel caso in esame, tre anni e tre mesi di distanza tra il reato e la misura cautelare imponevano una verifica approfondita, che il Tribunale non ha svolto.

Il vizio di motivazione comporta l’annullamento dell’ordinanza

La Cassazione ha annullato l’ordinanza del Riesame di Catanzaro, limitatamente alla valutazione delle esigenze cautelari, rinviando la decisione a un nuovo giudizio.


Rettifica del dispositivo dell’ordinanza impugnata

Il dispositivo dell’ordinanza non menzionava l’esclusione dell’accusa di estorsione aggravata, creando una discrepanza con la motivazione.

La Cassazione ha disposto la rettifica del dispositivo, chiarendo che l’unico reato residuo è la ricettazione.


Conclusioni

La pronuncia ha affermato che i giudici devono sempre motivare in modo chiaro sull’attualità e concretezza del pericolo di recidiva, soprattutto quando l’applicazione della misura cautelare avviene dopo un lungo intervallo di tempo dal reato contestato.

Le difese possono contestare la validità della misura cautelare se la motivazione è generica o se non viene spiegata la persistenza del pericolo di reiterazione.

Un importante chiarimento sulla corretta applicazione delle misure cautelari, che rafforza le garanzie difensive e il principio di proporzionalità nell’applicazione delle restrizioni alla libertà personale.

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