Tentata estorsione: inapplicabile l'attenuante della lieve entità se la condotta è aggressiva e lesiva della libertà personale (Cass. pen. n. 10295/2025)
- Avvocato Del Giudice
- 4 giorni fa
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La Corte di Cassazione ribadisce che la tentata estorsione non può essere considerata di lieve entità quando l'azione è connotata da violenza, minaccia e grave coartazione della libertà della vittima, a prescindere dall'entità economica del danno.
Premessa
Con la sentenza n. 10295/2025, la II Sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti da due imputati condannati per tentata estorsione aggravata. La Corte ha riaffermato i principi già espressi dalla giurisprudenza di legittimità, chiarendo che, anche dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 120/2023, la circostanza attenuante della lieve entità non può essere riconosciuta se il fatto, nel suo complesso, rivela modalità aggressive e rilevante compromissione della libertà personale della vittima.
I fatti di causa
La Corte d'Appello di Palermo aveva confermato la condanna di Ra.Kh. e Bo.Be. per tentata estorsione aggravata ai danni di Mo.Er., agente di polizia. I due imputati, in concorso, avevano tentato di ottenere 100 euro trattenendo la vittima e conducendola con la forza verso uno sportello bancario, minacciandola ("se non vuoi che ti finisca male").
Nonostante gli imputati fossero stati arrestati in flagranza dai Carabinieri, entrambi proposero ricorso in Cassazione lamentando:
L'insussistenza del reato di estorsione;
L'erronea applicazione delle aggravanti;
Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della lieve entità del fatto, introdotta dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 120/2023;
Errori nell’applicazione della recidiva.
La decisione della Cassazione
La Suprema Corte ha ritenuto inammissibili tutti i motivi di ricorso, evidenziando che:
Sul reato di estorsione: la condotta minacciosa e violenta (trattenere per le braccia la vittima e trascinarla verso il bancomat) è pienamente integrativa della tentata estorsione, anche senza una violenza assoluta o una esplicita intimidazione fisica;
Sull'attenuante della lieve entità: l’attenuante è applicabile solo quando l'offesa al bene giuridico è minimamente rilevante. Nel caso concreto, la violazione della libertà personale, l'orario notturno, la presenza di minacce esplicite e l'uso della forza escludevano la "lieve entità" del fatto, pur a fronte di una richiesta economica contenuta;
Sulle attenuanti generiche: la gravità della condotta e l'aggressività mostrata dagli imputati, unitamente al porto di un'arma impropria (taglierino), giustificavano il diniego;
Sulla recidiva: correttamente riconosciuta come specifica e reiterata, in considerazione dei precedenti per rapina e resistenza a pubblico ufficiale;
Pertanto, non è sufficiente il basso valore della somma richiesta (100 euro) per concedere l'attenuante.
Principio di diritto
La circostanza attenuante della lieve entità nel reato di tentata estorsione, introdotta dalla sentenza Corte cost. n. 120/2023, non è configurabile se la condotta presenta modalità violente, minacciose e compromette in modo rilevante la libertà personale della vittima, anche a fronte di un danno economico modesto.